LA VIOLENZA
clicca sull'immagine per leggere il nostro articolo su instagram
Rubrica: PSICOLOGIA QUOTIDIANA
L’organizzazione
mondiale della sanità (OMS) definisce la violenza (2002) come:
“L’uso intenzionale della forza fisica o del potere, minacciato o
reale, contro se stessi, altre persone o contro un gruppo o una
comunità, da cui conseguono, o da cui hanno una alta probabilità
di conseguire, lesioni, morte, danni psicologici, compromissioni
nello sviluppo o deprivazioni”.
La
violenza non è da intendersi come aggressività, in cui non è
necessaria la violenza per manifestarsi (due bambini che si
spintonano), e non si può neanche parlare di violenza come conflitto
poiché in questo caso ci troviamo di fronte ad un fattore
determinante nelle relazioni; a volte “cum-fligere” serve a
rompere uno schema disadattivo per instaurarne uno sano e positivo.
Solitamente nel conflitto vi è una sorta di simmetria tra le parti,
di confronto, nella violenza invece, una delle parti arresta il
confronto, il dialogo in cui l’unico obiettivo diventa annientare
l’altro.
La
violenza è intrisa di emozioni fra loro contrastanti: la rabbia di
chi ne fa uso, la paura di chi la subisce, la paura di chi la osserva
dall’esterno; il senso di colpa che può emergere nella vittima,
che comincia a credere di meritare quel trattamento per colpe che non
esistono. Un’altra emozione tra le più ricorrenti e che accomuna
le vittime di violenza impedendole di chiedere aiuto, inoltre, è la
vergogna.
La
vergogna di essere stati violati da qualcuno che si credeva essere
l’amore della propria vita, o se non si conosce l’aggressore la
vergogna di aver subito quella violenza, il senso di colpa di credere
di essere stati in qualche modo provocanti e la conseguente paura di
essere esposti sempre al rischio che possa riaccadere.
Abbiamo
indagato nella fattispecie le emozioni che prova la vittima di
violenza, quindi ci chiediamo, cosa prova invece l’aggressore? E’
solo rabbia che non sa gestire diversamente, o poi tramuta in
vergogna? senso di colpa?
In
ogni caso la violenza non fa che condurre alla negazione
dell’esistenza dell’altro, e le sue forme possono essere
molteplici.
Abbiamo
scelto di analizzare nel dettaglio quella più inerente al tema della
nostra pagine ovviamente: la VIOLENZA PSICOLOGICA E VERBALE.
La
violenza psicologica consiste in attacchi diretti a colpire la
dignità personale della vittima, mancandogli di rispetto e ribadendo
continuamente il suo stato di subordinazione ad esempio: minacciare,
insultare, umiliare, attaccare l'identità e l’autostima, isolarla,
impedire o controllare le sue relazioni con gli altri etc.
La
violenza psicologica è una delle forme più diffuse di
maltrattamento di genere, e spesso si manifesta attraverso la
gelosia, forme di controllo, tentativi di isolamento.
L’obiettivo
per “l’aggressore” è quello di rendere insicura la vittima e
far si che si senta in colpa e responsabile delle azioni di chi la
maltratta.
La
violenza psicologica è subdola, latente, silenziosa, si insinua
nella mente della vittima rendendola insicura, incapace di
ribellarsi.
Un’altra
forma di violenza psicologica è la tattica del silenzio che si
manifesta attraverso la totale indifferenza del partner che a volte
pesa più delle parole, perché ci si sente costantemente in
colpa ed inadeguati.
Tra
le forme di violenza psicologica rientra anche il “gaslighting”
che consiste nella manipolazione delle informazioni sulla realtà,
per far si che la vittima possa dubitare di sé stessa e della
propria memoria; il manipolatore nega che certi episodi siano davvero
accaduti portando la vittima a sentirsi disorientata e dubitare della
propria salute mentale.
La
violenza psicologica non avrà conseguenze fisiche, ma lo schiaffo
emotivo che ne deriva non provoca meno dolore.
Quindi
bisogna riuscire a prendere consapevolezza della violenza che si
subisce, trovare qualcuno con cui parlarne e non restare nello stesso
silenzio con cui la violenza si manifesta ma scegliere sempre di
amare se stessi.
Abbiamo
deciso di parlarvi di un tema serio e importante, purtroppo quasi
troppo conosciuto e a volte vissuto in prima persona, che come sempre
dovrebbe farci riflettere dell’importanza di dare voce a ciò che
ci succede, che sentiamo, che proviamo.
Speriamo
che l’articolo possa piacervi, scriveteci cosa ne pensate nei
commenti, e condividete il post con i vostri amici.
Seguiteci
su instagram @psico.space
Alla
prossima, Cheeers ;)
Commenti
Posta un commento