LA VIOLENZA

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Rubrica: PSICOLOGIA QUOTIDIANA

L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) definisce la violenza (2002) come: “L’uso intenzionale della forza fisica o del potere, minacciato o reale, contro se stessi, altre persone o contro un gruppo o una comunità, da cui conseguono, o da cui hanno una alta probabilità di conseguire, lesioni, morte, danni psicologici, compromissioni nello sviluppo o deprivazioni”.
La violenza non è da intendersi come aggressività, in cui non è necessaria la violenza per manifestarsi (due bambini che si spintonano), e non si può neanche parlare di violenza come conflitto poiché in questo caso ci troviamo di fronte ad un fattore determinante nelle relazioni; a volte “cum-fligere” serve a rompere uno schema disadattivo per instaurarne uno sano e positivo. Solitamente nel conflitto vi è una sorta di simmetria tra le parti, di confronto, nella violenza invece, una delle parti arresta il confronto, il dialogo in cui l’unico obiettivo diventa annientare l’altro. 
La violenza è intrisa di emozioni fra loro contrastanti: la rabbia di chi ne fa uso, la paura di chi la subisce, la paura di chi la osserva dall’esterno; il senso di colpa che può emergere nella vittima, che comincia a credere di meritare quel trattamento per colpe che non esistono. Un’altra emozione tra le più ricorrenti e che accomuna le vittime di violenza impedendole di chiedere aiuto, inoltre, è la vergogna. 
La vergogna di essere stati violati da qualcuno che si credeva essere l’amore della propria vita, o se non si conosce l’aggressore la vergogna di aver subito quella violenza, il senso di colpa di credere di essere stati in qualche modo provocanti e la conseguente paura di essere esposti sempre al rischio che possa riaccadere. 
Abbiamo indagato nella fattispecie le emozioni che prova la vittima di violenza, quindi ci chiediamo, cosa prova invece l’aggressore? E’ solo rabbia che non sa gestire diversamente, o poi tramuta in vergogna? senso di colpa? 
In ogni caso la violenza non fa che condurre alla negazione dell’esistenza dell’altro, e le sue forme possono essere molteplici. 
Abbiamo scelto di analizzare nel dettaglio quella più inerente al tema della nostra pagine ovviamente: la VIOLENZA PSICOLOGICA E VERBALE.
La violenza psicologica consiste in attacchi diretti a colpire la dignità personale della vittima, mancandogli di rispetto e ribadendo continuamente il suo stato di subordinazione ad esempio: minacciare, insultare, umiliare, attaccare l'identità e l’autostima, isolarla, impedire o controllare le sue relazioni con gli altri etc.
La violenza psicologica è una delle forme più diffuse di maltrattamento di genere, e spesso si manifesta attraverso la gelosia, forme di controllo, tentativi di isolamento.
L’obiettivo per “l’aggressore” è quello di rendere insicura la vittima e far si che si senta in colpa e responsabile delle azioni di chi la maltratta.
La violenza psicologica è subdola, latente, silenziosa, si insinua nella mente della vittima rendendola insicura, incapace di ribellarsi.
Un’altra forma di violenza psicologica è la tattica del silenzio che si manifesta attraverso la totale indifferenza del partner che a volte pesa più delle parole, perché ci si sente costantemente in colpa ed inadeguati.  
Tra le forme di violenza psicologica rientra anche il “gaslighting” che consiste nella manipolazione delle informazioni sulla realtà, per far si che la vittima possa dubitare di sé stessa e della propria memoria; il manipolatore nega che certi episodi siano davvero accaduti portando la vittima a sentirsi disorientata e dubitare della propria salute mentale.
La violenza psicologica non avrà conseguenze fisiche, ma lo schiaffo emotivo che ne deriva non provoca meno dolore.
Quindi bisogna riuscire a prendere consapevolezza della violenza che si subisce, trovare qualcuno con cui parlarne e non restare nello stesso silenzio con cui la violenza si manifesta ma scegliere sempre di amare se stessi.
Abbiamo deciso di parlarvi di un tema serio e importante, purtroppo quasi troppo conosciuto e a volte vissuto in prima persona, che come sempre dovrebbe farci riflettere dell’importanza di dare voce a ciò che ci succede, che sentiamo, che proviamo. 

Speriamo che l’articolo possa piacervi, scriveteci cosa ne pensate nei commenti, e condividete il post con i vostri amici. 
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Alla prossima, Cheeers ;)


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