IL RUOLO DELLO PSICOLOGO NELLA SERIE TV "SKAM ITALIA"

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Rubrica: IL RUOLO DELLA PSICOLOGIA

Oggi abbiamo deciso di mostrarvi un frammento di un episodio di una serie italiana, remake di Skam, telefilm norvegese ambientato tra i banchi di un liceo.
Perché ci ha colpito proprio questa parte?
Perchè il protagonista della seconda stagione, Martino, affronta un cambiamento molto importante, comincia a provare in modo sempre più evidente, delle forti emozioni nei confronti di un ragazzo, che inizialmente tenta di nascondere a tutti, persino a se stesso.
Come abbiamo già detto nell’articolo precedente, quando si sentono certi moti interni, non è sempre facile classificarli, anche quando si raggiunge una certa consapevolezza, non è così facile accettarli. Martino ci prova, riflette, cerca continuamente delle risposte tanto che ad un certo punto decide di andare dallo psicologo del liceo.
Il telefilm a nostro avviso vanta diversi meriti, a partire da quello di scegliere di trattare, in modo così realistico e attuale, un tema davvero importante che è l’omosessualità rimarcando su aspetti per cui ogni giorno gli omosessuali combattono, fino a quello di rendere giustizia all’importanza della condivisione,e in questo caso di far vedere ai giovani quanto possa essere importante e necessario prendere consapevolezza dei propri bisogni e, se necessario, scegliere di rivolgersi a delle figure professionali.
Martino infatti come dicevamo, si recherà dallo psicologo della scuola. In un primo momento la figura dello psicologo viene mostrata come un uomo un po’ fuori dalle righe, quasi superficiale; il ragazzo invece si presenta con l’unico intento di chiedergli dei farmaci per riuscire a dormire ma senza alcuna reale intenzione di parlare.
Con una semplicità e naturalezza quasi spiazzante per il ragazzo, lo psicologo si approccerà a Martino dando inizio al “colloquio” mandandogli dei feedback sottoforma di domande che inizialmente il ragazzo sembra non captare. A nostro avviso questa rappresentazione di un psicologo un pò “imbranato” viene sfruttata per normalizzare la sua figura, per rendere la sua immagine “umana” e dare l’idea che considerare di intraprendere un percorso psicologico quando si sente il bisogno di porsi delle domande non è una cosa così assurda e da “pazzi”.
Lo psicologo utilizzerà la “semplicità” come strumento per permettere a Martino di rielaborare le sue emozioni, di valutarle con maggior leggerezza e di normalizzarle.
Il tema centrale su cui si basa il loro “colloquio” è il comprendere l’importanza di fidarsi degli altri e di affidarsi agli altri.
Ciò che avete visto nel video, è il semplice “esperimento” che lo psicologo utilizza per far comprendere un messaggio molto importante a Martino, metaforicamente lo invita ad aprirsi con gli altri, che siano amici e/o familiari, per condividere con loro il peso dei suoi pensieri e delle sue emozioni; allo stesso modo, gli mostra quello che può succedere quando non ci si appoggia mai a nessuno ma si pensa che ci si possa sostenere sempre e solo con le proprie spalle.
Quello che avviene è che facilmente si può cadere, e la discesa da lì a uno stato di chiusura in un tunnel buio senza apparente via d’uscita è breve.
Ecco, noi riteniamo che la scelta di far vedere uno psicologo seppur eccentrico ma necessario nella crescita personale di Martino in questo caso, che rimarchi l’importanza di affidarsi agli altri, di non isolarsi, di non pensare di essere immeritevoli di amore, sia una scelta giusta. Tutto quello di cui abbiamo bisogno è proprio questo, renderci conto che non siamo mai soli anche quando ci poniamo dei dubbi su noi stessi, perchè  basta voltarsi per trovare i nostri familiari, i nostri amici, e se questo non è abbastanza esistono delle figure professionali che tenteranno di sbrogliare quelle matasse ingombranti e inutili che si aggrovigliano dentro di noi. 

La psicologia sostiene che non può esistere un uomo senza relazioni, bisogna infatti trovare un giusto equilibrio tra l’amor proprio e l’amore per gli altri, è giusto saper riconoscere quando i nostri bisogni superano i nostri limiti e in questi casi affidarsi e fidarsi delle persone che ci vogliono davvero bene, e se anche in questo caso non si riescono a buttare fuori tutti i tormenti, è bene affidarsi a chi ne ha le competenze. Per questo motivo abbiamo scelto di parlarvi di Martino, un ragazzo omosessuale che rappresenta al meglio il nostro pensiero a riguardo. Anche questa possiamo considerarla una forma di amor proprio, in quanto è grazie alle relazioni interpersonali che sviluppiamo, conosciamo e miglioriamo noi stessi.
Voi cosa ne pensate? come vi sareste comportati se foste stati al posto di Martino? Scrivetecelo nei commenti!!
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Alla prossima, Cheeers ;)




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